Comitato Regionale

Emilia-Romagna

Tenendo d'occhio l'Altomare

Il dilemma della diversità applicato alla barca a vela. Il progetto Terre Alte Alto Mare, finanziato dalla Regione Emilia Romagna, giunge a conclusione.

Barche dell'Uisp in Altomare - Foto di Federica Loretidi Marco Tommasi


Il dubbio - uno dei tanti in fatto di numeri che porto con me fin dalle elementari - è se davvero meno per meno dia come risultato più. Il dilemma della diversità applicato alla barca a vela - o meglio alla barca, perché senza vela e con solo un motore parliamo di ferri da stiro o supposte a seconda della forma - può essere postulato dicendo che chi va in barca a vela è "diverso" da chi non ci va. Diverso e in aggiunta anche un po' fesso, diciamolo, tanto per dare ragione a un vecchio adagio inglese secondo cui andare in barca è altrettanto piacevole ed intelligente che stare vestiti sotto una doccia gelata stracciando banconote da dieci sterline. E grazie a questo adagio, insomma, ci troviamo a identifcare "meno" e "diverso" come due cose equivalenti. Visto che anche a terra ci sono tutta una serie di categorie di "diversi" che vengono sicuramente considerati come dei "meno", allora se prendiamo dei "meno" terricoli e li mettiamo in un "meno" come la barca, otteniamo sicuramente un bel più, forse il Più, più più, fra i più.

La sfida che Uisp e Anpis (Associazione Nazionale Polisportive per l'Integrazione Sociale) hanno proposto e raccolto è stata quella di credere che fosse possibile tradurre in pratica questo principio. Il progetto Terre Alte Alto Mare, che sta ormai volgendo al termine, in tre anni e fra tante iniziative ed attività in tema di diversità ha portato a formulare il postulato secondo cui meno per meno è uguale a barca a vela. Questo esperimento - che spero non rimanga tale e possa tramutarsi in una prassi - è riuscito a dimostrare ad un paese calcio-dipendente che la palla sarà anche rotonda, ma che alla fine del campo bisogna fermarsi se no la preziosa sfera la si perde. Una cosa diversa da quanto capita con quella cosa chiamata Terra, altrettanto rotonda anche se un po' schiacciata, che a girarla in barca la fine del campo non c'è, perché non ci sono confini, barriere o steccati davanti alla prua e non si perde mai il diritto ad andare avanti, a tornare indietro o a stare fermi. Lì non si perde mai il diritto a cambiare idea, a cercare approdi dove trovare qualcuno o qualcosa di diverso, a confrontarsi, a giocare con le regole che dettano il mare ed il vento, e non qualche regolamento scritto da chissà-chi e chissà-quando (e chissà-perché, poi).

A terra infatti, quando le cose non vanno, si modifcano le regole del gioco e si pensa che tutto vada a posto; in mare le regole non si modificano mai, ma sono i navigatori che devono adattarsi, scoprire sempre nuovi modi di interpretare al meglio il gioco e imparare, capire e crescere. E questo rende diversi. Così come sfidare il mare significa perdere, comunque vada, perché non esiste vittoria o pareggio ma solo salpare, viaggiare ed arrivare fino alla prossima volta. E non si accumulano punti, non si va in vetta alla classifca, non si retrocede, non si arriva "prima". O si arriva o non si arriva. E quando si arriva, si è sempre un po' o tanto diversi da quando si è partiti. Ovviamente prescindendo da quella curiosa genìa che viene definita "dei regatanti", e cioè quelle persone che prendono il mezzo di locomozione più lento che esista e cercano di farlo andare veloce. Velocissima è una barca a vela che riesce a stare alla pari con un ciclista, ben che vada; sempre che non abbia il vento sul naso, perché allora tanto vale andare a nuoto.

Diverso è issare il proprio jolly roger (l'emblema dei pirati), e salpare per Nonimportadove. Diverso è vivere un'esperienza, magari a poche centinaia di metri dalla riva, assaporando il piacere di spegnere il motore (quando non lo fa di propria iniziativa...) e scoprire rumori altrimenti coperti dai "soliti" frastuoni che accompagnano la vita "normale". Almeno fino al primo ******** su un ferro da stiro che ti passa a pochi metri a tutta velocità, perché "normale" è dare gas ed arrivare in fretta. Diverso è stato investire sulla nautica da diporto per migliorare, far crescere, riqualifcare il turismo nostrano. Di questo va dato atto alla Regione Emilia Romagna: perché le scorciatoie ad effetto sarebbero state tante, ma si è scelta una strada difficile e diversa per queste latitudini ombrellonizzate, con la brezza che porta verso il mare odore di creme abbronzanti e schiamazzi di happy hour o wine time e raramente il suono delle sartie frustate dal vento.

Diverso è pensare ed immaginare che al largo, ma non troppo, ci sia un'isola del tesoro e non solo piattaforme metanifere, e che Long John Silver - diverso, diversamente abile, abilmente diverso - arrivi un giorno fra i normali lupi di banchina, i normalissimi consumatori di olii & creme e gli omologati cacciatori di emozioni da statale adriatica a chiedere se c'è qualcuno che, diversamente dalla norma, abbia voglia di mettersi in gioco. Questo, per un paese sempre più omologato e culturalmente provinciale, capace solo di produrre slogan ed eventi ma raramente contenuti e percorsi, sarebbe una simpatica diversità. Tenete d'occhio il mare...

SERVIZIO CIVILE: Mettiti in gioco con Uisp!

 

UP! Uisp Podcast - Sport, politica e attualità

SPORT POINT - Consulenza accessibile per lo Sport

Differenze in Gioco - Sport libera tutt*

PartecipAzione: AssociAzioni in-formazione

Briciole di Pollicino: la formazione Uisp

Il calendario degli appuntamenti di formazione per istruttori Uisp

Forum Terzo Settore Emilia-Romagna

Il sito del Forum del Terzo Settore Emilia-Romagna